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.Simonetta Melchiorre |
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Martedì 08 Giugno 2010 08:55 |
Simonetta Melchiorre si presenta
Mi chiamo Simonetta Melchiorre ed insegno nella scuola elementare da 25 anni circa.
Mentre tutte le mie compagne di classe avevano scelto l’istituto magistrale perché ancora confuse sul loro futuro, io avevo le idee chiare già da subito: desideravo essere un’insegnante. Ma non volevo essere un’insegnante qualunque, volevo essere speciale: desideravo lavorare con i bambini in difficoltà, desideravo diventare un’insegnante di sostegno.
Dopo il diploma mi iscrissi ad un corso di specializzazione. E, ancora una volta, mentre molti dei miei colleghi si iscrivevano ai corsi polivalenti per poter avere maggiori possibilità ed un maggior punteggio, io avevo scelto: avrei studiato all’istituto Romagnoli e avrei preso solo la specializzazione per insegnare ai bambini non vedenti.
Nel frattempo cominciai a fare le mie prime supplenze. Lavorai nel padiglione dei pluriminorati, con i bambini non vedenti all’interno dell’Istituto e nelle scuole di Roma.
Dopo il diploma di specializzazione mi iscrissi al corso di specializzazione per insegnare nelle scuole a metodo Montessori, quello fu davvero un colpo di fulmine. Mi innamorai del pensiero montessoriano, dell’atmosfera di sacralità e rispetto del bambino che avvolgeva quell’ambiente, del materiale, della scoperta dell’autonomia dell’alunno, tutto mi sembrava appartenermi da sempre.
Sono entrata di ruolo come insegnante di sostegno e ho lavorato come tale per alcuni anni fino a quando non chiesi il trasferimento per poter insegnare in una scuola Montessori come docente di classe. Tuttora lavoro all’I.C. di viale Adriatico di Roma, insegno italiano e, da qualche anno, mi occupo anche di alfabetizzazione emotiva attraverso la visione e la lettura dei film di qualità e di valore artistico ed estetico.
Dopo la laurea in Scienze dell’educazione, mi sono iscritta alla scuola di art-counseling di Cinemavvenire per poter approfondire questa mia passione per il cinema: qui ho avuto modo di apprendere gli strumenti per poter utilizzare, con competenza e professionalità, le immagini nella relazione d’aiuto, con i bambini e con gli adulti.
Questa esperienza ha rappresentato per me un’altra importante fase della mia vita professionale ed esistenziale, mi sono innamorata un’altra volta di quello che stavo facendo e delle molteplici possibilità che mi offriva. Non è più possibile concepire il ruolo dell’insegnante relegato a “docente in cattedra”, dobbiamo scendere dal podio e metterci in gioco nella relazione con i nostri ragazzi. Non credo sia possibile nessun intervento educativo e didattico senza relazione, senza emozione, senza dialogo. Non possiamo fare finta che la realtà inizi e finisca nella nostra aula, i nostri bambini ogni mattina portano con sé dubbi, paure, difficoltà, a volte drammi, insicurezze, solitudini, ansie, fragilità, gioie, conquiste, progetti che influenzano il loro approccio alla scuola e allo studio. I bambini sono “carne viva” e non marionette da muovere, pedine da spostare secondo i nostri programmi. E’ un lavoro molto complicato il nostro, grandi responsabilità, poco riconoscimento istituzionale, forti dubbi, a volte grandi fallimenti ma dobbiamo poter essere come roccia in mezzo al mare in tempesta, e, contemporaneamente, umili naviganti in mezzo all’infinito. Se riusciamo a metterci in discussione senza entrare continuamente in crisi, forti della nostra identità e valore come persone prima, come insegnanti, riusciremo ad “accompagnare” in questo viaggio anche i nostri ragazzi.
Attualmente sono iscritta a psicologia…ma questo è un altro film…
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